UNA AZIENDA DEGLI STATI UNITI HA RICEVUTO FINANZIAMENTI PER LO STUDIO DEI CORONAVIRUS DAL 2014
Le domande su dove sia nato e come si sia diffuso il corona virus restano ancora senza risposta nonostante sia passato oltre un anno e mezzo dai primi contagi. Secondo quanto riportato da The Intercept e pubblicato da Sputnik una azienda statunitense avrebbe ottenuto finanziamenti statali per condurre ricerche sugli agenti patogeni, tra cui anche i coronavirus dal 2014.
L’azienda sanitaria americana EcoHealth Alliance ha ricevuto diversi milioni di dollari in finanziamenti, a partire dal 2014, dal governo degli Stati Uniti, per condurre ricerche sugli agenti patogeni, tra cui anche i coronavirus.
Stando a quanto riferito da The Intercept, che cita documenti ottenuti tramite una richiesta inoltrata in base alla Legge sulla libertà di informazione degli USA, gli studi si sarebbero concentrati sui coronavirus trovati nei pipistrelli e sarebbero stati effettuati presso il laboratorio del Wuhan University Center for Animal Experiment.
Quest’ultimo, poi, non è da confondere con il Wuhan Institute of Virology, da dove, secondo alcune teorie, sarebbe fuoriuscito l’agente patogeno responsabile del Covid-19.
Secondo quanto riferito, la sovvenzione per questa ricerca è stata denominata “Capire il rischio dell’emergenza del coronavirus dei pipistrelli” e ha studiato non solo i patogeni che si trovano naturalmente nei pipistrelli delle caverne, ma anche in quelli che, si dice, siano geneticamente modificati.
Da parte sua, il direttore di EcoHealth Alliance Peter Daszak ha respinto la teoria delle fughe di laboratorio, The Intercept afferma che i documenti dell’azienda sollevano dubbi sul fatto che tale ricerca possa aver portato a un focolaio e all’attuale pandemia.
A detta del media, circa $599.000 sono stati utilizzati dalla società statunitense per finanziare gli sforzi di identificare e alterare, presumibilmente per infettare cellule simili a quelle umane, così da valutare la possibilità del passaggio del patogeno da animale a uomo.
Richard Ebright, un biologo molecolare della Rutgers University, ha dichiarato al giornale che i documenti contengono dati sulla ricerca sui virus prodotti in laboratorio, creati per essere in grado di infettare topi di laboratorio progettati per imitare l’organismo umano.
Secondo Ebright, i ricercatori hanno creato almeno due diversi tipi di coronavirus, che hanno infettato con successo i “topi umanizzati”.
Un’altra biologa molecolare, Alina Chan del Broad Institute, ha affermato che i documenti mostrano anche che l’EcoHealth Alliance era a conoscenza dei rischi degli studi sul coronavirus.
Il lavoro degli scienziati sul campo, infatti, prevedeva uno stretto contatto con pipistrelli infetti da coronavirus, e non si esclude che possano essere stati registrati anche casi di morsi.
I risultati di The Intercept seguono la pubblicazione di un rapporto, ordinato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dalle agenzie di intelligence statunitensi sulle origini del Covid-19.
Il presidente Biden ha annunciato, il 27 agosto, che i risultati delle agenzie di spionaggio erano inconcludenti: mentre la maggioranza ha giudicato “improbabile” la teoria della “fuoriuscita da un laboratorio cinese”, alcuni hanno suggerito che tale ipotesi non può essere esclusa.
Pechino ha ripetutamente respinto le accuse circa il fatto che uno dei suoi laboratori, dove vengono studiati i coronavirus, abbia prodotto e/o permesso la fuoriuscita del patogeno mortale.
Le domande su come sia nato e diffuso il coronavirus restano ancora senza risposta ma se quanto pubblicato da Sputnik risultasse comfermato allora anche gli Stati Uniti potrebbero avere grandi responsabilità nella creazione del virus.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info