UNO STUDIO QUANTIFICA IN OLTRE 8000 MILIARDI LE SPESE DELLE GUERRE AL TERRORISMO SUCCESSIVE ALL’11 SETTEMBRE E OLTRE 900 MILA LE VITTIME
Ci stiamo avvicinando all’anniversario dei venti anni dal crollo delle torri gemelli e ancora non è stato fatto un bilancio preciso dei costi relativi alle successive guerre per l’esportazione della democrazia e per combattere il terrorismo inventate dagli Stati Uniti che hanno causato oltre 900 mila vittime.
A venti anni dall’attacco alle torri gemelle non è stato ancora fatto un bilancio preciso dei costi relativi alle guerre inventate dagli Stati Uniti per punire i responsabili ed esportare la democrazia nei paesi che sarebbero stati coinvolti negli attentati. Infatti i ricercatori sostengono che nessun governo USA abbia ancora presentato un quadro completo del sacrificio finanziario che le guerre hanno richiesto agli Stati Uniti.
Il primo settembre, il progetto “Costi della guerra, “Costs of war”, della Brown University ha divulgato una relazione, nella quale si legge che i costi complessivi messi a bilancio e i futuri obblighi debitori degli USA nei conflitti avviati dopo l’11 settembre si attestano a circa “8.000 miliardi di dollari”. Questa cifra include oltre 2.100 miliardi spesi dal Pentagono, 1.000 miliardi per il pagamento degli interessi e 2.200 miliardi per le implicazioni sul sistema sanitario da qui al 2050. La relazione stima, inoltre, che siano circa 929.000 le persone uccise nelle guerre statunitensi contro il terrorismo.
“Nessun governo statunitense ha fatto una stima dei costi totali delle guerre dopo l’11 settembre”, si legge nello studio il quale spiega la rilevanza del progetto avviato circa 10 anni fa per comprendere quanto costino agli USA le guerre di Washington in Afghanistan, Iraq e Siria.
La relazione evidenzia che, invece di un quadro complessivo, le varie agenzie governative tendano a fornire una stima parziale di quanto è stato speso nel corso degli anni. Ad esempio, al Dipartimento della Difesa è stato chiesto di fornire una stima delle spese effettuate per le guerre in Afghanistan, Iraq e Siria per ogni contribuente americano, a partire dall’anno fiscale 2017. Nel mese di marzo 2021, il Pentagono ha dichiarato che le operazioni emergenziali e oltremare nei Paesi mediorientali citati sono costate complessivamente 1.596 miliardi di dollari, ovvero 8.094 dollari per ogni cittadino americano. Tuttavia, la Difesa ha ammesso che “questa cifra non include i programmi classificati come non relativi al Dipartimento della Difesa”.
Analogamente, la relazione dell’Ispettore generale straordinario per la Ricostruzione dell’Afghanistan, datata all’agosto del 2021, evidenzia che il Dipartimento della Difesa ha utilizzato 837 miliardi di dollari in spese militari negli ultimi 20 anni per finanziare le attività in Afghanistan. Tuttavia, se si considerano anche i circa 145 miliardi di dollari stanziati dagli USA per la ricostruzione in Afghanistan e altre voci di spesa significative come la presa in carico dei veterani di guerra post 11 settembre, la cifra sale a 2.000 miliardi, secondo i ricercatori.
Quindi, per calcolare le spese militari complessive sostenute dal governo federale, il progetto Costi della guerra ha vagliato “le diverse tipologie di voci di costo messe a bilancio per i conflitti post 11/09, le modalità di finanziamento di tali attività e le implicazioni a lungo termine delle operazioni passate e presenti sulla spesa pubblica”.
La docente Linda Bilmes dell’Università di Harvard, che è responsabile del progetto Costi della guerra, ha spiegato che gli americani “non hanno percepito” il fardello degli 8.000 miliardi di dollari perché le guerre sono state finanziate a debito. Per converso, durante la guerra di Corea (1950-1953) e del Vietnam (1955-1975), gli USA avevano aumentato le tasse per finanziare le guerre e questo aveva naturalmente generato un peso importante per i contribuenti statunitensi. Inoltre, i tassi di interesse sono stati eccezionalmente bassi dal 2008 in poi, il che ha reso più facile per il governo federale finanziare operazioni militari oltremare, secondo Bilmes. Tuttavia, se i tassi aumentassero fino a raggiungere la media storica del 5,5%, il governo americano potrebbe non riuscire a onorare le sue obbligazioni nei confronti dei veterani statunitensi.
La co-responsabile del progetto Costi della guerra, Catherine Lutz, sottolinea l’importanza di stimare correttamente le conseguenze delle guerre statunitensi e osserva che, in caso contrario, il Paese rischia di generare altri conflitti infiniti e insensati. “Se non riusciremo a raccontare in maniera diversa cosa fanno gli USA quando entrano in guerra, ci ritroveremo in nuovo Afghanistan”, osserva Lutz. (Sputnik)
Insomma a venti anni dall’inizio della guerra al terrorismo non abbiamo ancora un bilancio certo di quanti miliardi di dollari sono stati spesi insensatamente dagli Stati Uniti. Spese che hanno contribuito solo a distruggere intere nazioni senza per altro ridurre i rischi terroristici e l’abbandono dell’Afganistan con la coda tra le gambe è solo l’ultimo atto della scelerata politica estera statunitense appoggiata dalla Nato che è servita solamente ad arricchire le imprese che producono armamenti.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info