IN BOLIVIA DURANTE IL COLPO DI STATO CONTRO MORALES FURONO COMPIUTI MASSACRI ED ESECUZIONI EXTRAGIUDIZIALI
In Bolivia esperti del Consiglio Interamericano dei Diritti Umani hanno decretato che durante il colpo di stato contro Evo Morales del 2019 avvennero massacri e ed omicidi sommari. Sono oramai molti i rapporti indipendenti che certificano che le violenze seguite al colpo di stato in Bolivia vanno imputate agli eccessi della polizia e dell’esercito.
Il nuovo rapporto redatto dagli esperti del Consiglio Interamericano dei Diritti Umani certifica inequivocabilmente che durante le rivolte che seguirono il colpo di stato contro Evo Morales furono compiuti dalla polizia e dall’esercito atti violenti che sfociarono in massacri e omicidi sommari. Il rapporto è stato redatto sulla base di numerose testimonianze rilasciate dalle vittime delle violenze.
Solo alcuni giorni fa un altro rapporto presentato dal gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti (GIEI), afferma che vi sono state violazioni dei diritti umani, massacri da parte delle forze dell’ordine ed esecuzioni extragiudiziali durante il governo de facto di Jeanine Áñez confermando quanto scritto nella relazione del Consiglio Interamericano dei Diritti Umani.
A tale proposito il Ministro della Giustizia e della Trasparenza Istituzionale della Bolivia, Iván Lima, ha riferito domenica che il Servizio plurinazionale di assistenza alle vittime (Sepdavi) inizierà immediatamente a registrare le vittime di violenze e massacri durante il colpo di Stato perpetrato nel 2019 realizzando un censimento.
“Continueremo a prenderci cura delle vedove e dei feriti più gravi dei massacri. Ciò dovrebbe essere esteso ad altre persone colpite da violazioni dei diritti umani durante il regime di fatto, effettueremo un censimento con la collaborazione del Servizio Plurinazionale di Attenzione alle Vittime”, ha affermato Lima.
Il documento presentato dal gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti che conferma le violazioni dei diritti umani, presentato al presidente Luis Arce martedì 17 agosto, indica che lo Stato deve agire in modo agile, trasparente e pluralistico per il risarcimento delle vittime.
Alla luce di quanto riportato nei numerosi rapporti degli organismi indipendenti che si occupano delle violazioni dei diritti umani che certificano l’uso sproporzionato della forza da parte della polizia e dell’esercito con l’approvazione del governo di fatto di Jeanine Anez sarebbe opportuno che anche la comunità internazionale prendesse una posizione. Posizione che è necessaria dato che per i sempre attenti governi occidentali il rispetto dei diritti umani rappresenta l’argine da non oltrepassare altrimenti si potrebbe pensare che il rispetto dei diritti umani venga usato solo per scopi politici.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info