INFERNO COLOMBIA: REPRESSIONI DELLE MANIFESTAZIONI DA PARTE DELLA POLIZIA E MASSACRI COMPIUTI DALLE BANDE PARAMILITARI
Ventisei giorni fa, il 28 aprile, iniziavano le proteste dei colombiani contro le politiche liberiste del governo di Ivan Duque e contestualmente la polizia rispondeva con la forza alle proteste pacifiche dei manifestanti. Anche ieri, sabato 22 maggio, le forze dell’ordine non hanno cambiato registro ed hanno represso le manifestazioni nel sangue.
Nelle città della Colombia dove si sono svolte le manifestazioni di protesta, anche ieri, la squadra mobile anti sommossa della polizia (Esmad) che in questi giorni ha fatto vedere di cosa è capace la repressione governativa non si è smentita ed ha continuato, nell’indifferenza quasi totale della comunità internazionale, a reprimere i pacifici manifestanti, la maggior parte di loro giovani disarmati, nel sangue.
La Commissione Giustizia e Pace ha riferito sul suo account Twitter che la missione medica autonoma situata nei pressi delPortal Americas, ribattezzata Portal Resistencia, a Bogotà, ha confermato 41 giovani e alcuni bambini feriti. Di questi, almeno tre sono stati segnalati con lesioni agli occhi. Secondo quanto riportato dalla missione medica gli agenti dell’Esmad hanno usato armi a stordimento oltre ad armi da fuoco convenzionali.
Stesso copione nella città di Cali, capitale del dipartimento sud-occidentale della Valle del Cauca, dove gli agenti della squadra mobile anti sommossa hanno ferito numerosi manifestanti e ne hanno ucciso uno. Riferisce la Commissione Giustizia e Pace che a Cali gli agenti hanno attaccato i manifestanti con gas lacrimogeni. L’organizzazione non governativa ha denunciato l’omicidio del giovane Jhon Erik Larrahondo, nel settore di Puerto Madero, nel Cali, presumibilmente commesso dalle forze dell’ordine sabato sera. Inoltre sono stati arrestati almeno 35 manifestanti di cui 17 ancora detenuti dalle forze dell’ordine.
Il bilancio delle violenze delle forze dell’ordine ogni giorno che passa si fa sempre più drammatico. L’agenzia Temblores ha pubblicato un post venerdì scorso che documenta che dall’inizio delle proteste nazionali contro le politiche neoliberali del governo guidato da Ivan Duque, dal 28 aprile al 21 maggio, sono state registrate almeno 2.905 segnalazioni di abusi da parte della polizia.
Di questo totale, sono state identificate 855 vittime di violenza fisica, 43 omicidi presumibilmente commessi da membri della Forza Pubblica, 1.264 arresti arbitrari contro manifestanti e 575 interventi violenti in proteste pacifiche. Inoltre, 39 vittime di aggressioni agli occhi, 153 casi di uso di armi da fuoco, 21 vittime di violenza sessuale e sei vittime di violenza di genere.
Ma l’inferno colombiano non si limita solo alle repressioni dei manifestanti durante le proteste. Infatti gli omicidi dei leader sociali e degli ex appartenenti alle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) non si fermano.
Sono già 37 i massacri compiuti in Colombia dall’inizio dell’anno. Due giorni fa tre persone sono state uccise in un nuovo massacro nel quartiere Luis R. Calvo di Santa Marta, nel dipartimento di Magdalena, nel nord della Colombia, ha riferito l’Istituto di studi per lo sviluppo e la pace (Indepaz). Si tratta di due uomini, José Araujo Hernández di 28 anni e Robinson Stik Gotopo Navas di 32 anni e di una donna, Rosa Elena López Manjarrez, che era rimasta ferita dopo l’attacco, ed è morta pochi minuti dopo a causa delle ferite da arma da fuoco.
Ieri le autorità del dipartimento di Cauca hanno confermato un nuovo massacro di quattro persone avvenuto nella campagna di El Tambo, nell’area metropolitana di Popayán, nel sud-ovest della Colombia. Gli assassinati facevano parte della stessa famiglia e sono stati identificati come Alfaro Quinayas Majin, Milton Javier Quinayas Muñoz, Waldemar Gironza Majin e Geovany Quinayas Majin.
Secondo Indepaz, finora quest’anno ci sono stati 37 massacri con un bilancio di 139 vittime. I dipartimenti dove sono stati registrati il maggior numero di omicidi sono: Valle del Cauca con sette massacri con – 32 morti, Antioquia con sette massacri e- 26 morti e Nariño con sei massacri e – 24 morti.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info