IN COLOMBIA DOPO LA RIFORMA TRIBUTARIA ANCHE QUELLA SANITARIA VIENE ARCHIVIATA: LE PROTESTE PAGANO
In Colombia i manifestanti che protestano da oltre venti giorni contro le politiche del governo di Ivan Duque ottengono un’altra vittoria: dopo il ritiro della riforma tributaria anche quella sanitaria viene respinta.
nella giornata di mercoledì 19 maggio i manifestanti ’ hanno ottenuto un’altra vittoria: la settima commissione congiunta tra i membri del Congresso e quelli del Senato ha respinto la riforma sanitaria presentata dal partito Cambio Radical e appoggiata dal governo. Dopo che il governo di Ivan Duque aveva ritirato la contestata riforma tributaria che era stata il detonatore per lo scoppio delle rivolte popolari l’esecutivo colombiano ha subito un altro importante colpo con l’archiviazione della riforma sanitaria.
Al Congresso i voti a favore dell’archiviazione della riforma sono stati 16, i contrari 3 ed al Senato 11 favorevoli e 2 contrari. Subito dopo la votazione la Senatrice Victoria Sandino in un messaggio sui social media ha scritto che “”La riforma sanitaria è stata accantonata. Le mobilitazioni funzionano! Viva le manifestazioni”.
La riforma sanitaria prevedeva tra le altre cose la riduzione degli ospedali che non avessero ridotto i loro bilanci di spesa, la chiusura dell’ospedale pubblico per la cura dei malati affetti dal cancro e più in generale la trasformazione di quel poco di sanità pubblica che resta in privata. In Colombia la salute è già molto privatizzata e questa riforma la avrebbe ancora maggiormente privatizzata lasciando il diritto alla salute solo a chi possiede ingenti capitali.
L’archiviazione della riforma, secondo molti osservatori, si deve alle proteste che in questi giorni infiammano la Colombia. I manifestanti hanno rifiutato, con le loro proteste, le politiche liberali che il governo voleva portare avanti pagando però un tributo altissimo. Sono una cinquantina i manifestanti caduti sotto i colpi delle armi da fuoco delle forze dell’ordine che tentavano di reprimere con la forza le manifestazioni. Agli assassinati dalla polizia vanno aggiunti almeno trecento persone che risultano disperse, centinaia di feriti e una ventina di giovani donne violentate dalle forze dell’ordine.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info