CUBA TRA I PAESI CHE VIOLANO I DIRITTI UMANI SECONDO IL RAPPORTO STILATO DAGLI STATI UNITI
Il Segretario di Stato Antony Blinken ha presentato martedì il rapporto annuale stilato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sulla situazione delle violazioni dei diritti umani nel mondo e come era prevedibile Cuba fa parte dei paesi che sistematicamente violano i diritti umani della propria popolazione.
Con la scusa delle violazioni dei diritti umani gli Stati Uniti che da anni si sono eretti quale giudice e gendarme del mondo applicano sanzioni verso quelle nazioni che non sono allineate con le loro politiche. Sanzioni che poi impediscono ai paesi sanzionati un normale sviluppo umano e quando si cerca, con risoluzioni presentate negli organismi internazionali, di condannarle i paesi del primo mondo, succubi degli Stati Uniti, con scuse varie votano contro.
Cuba credo faccia parte di tutte le liste di proscrizione che i ligi Stati Uniti si preoccupano di stilare per classificare e dividere i buoni dai cattivi. Dopo aver appreso che anche per questo anno Cuba era stata inserita tra i paesi che violano i diritti umani il presidente cubano Miguel Díaz Canel ieri ha respinto l'”accusa indegna, immorale e bugiarda del Dipartimento di Stato”, che nella sua relazione annuale denuncia la violazione dei diritti umani.
In un messaggio pubblicato su Twitter il presidente cubano ha scritto che “Si rivolgono alla solita famigerata retorica per calunniare un’isola eroica che subisce un blocco criminale imposto dal governo americano, causando enormi danni al popolo cubano” .
Ma quali colpe ha lo stato cubano verso i suoi cittadini? Nel suo rapporto annuale sui diritti umani, pubblicato martedì, il Dipartimento di Stato ha lamentato le continue “restrizioni” alla libertà di espressione a Cuba e ha affermato che esecuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate e casi di tortura sono stati segnalati in questo stato oltre alla mancanza di libertà religiosa , di libere elezioni e di casi di tortura.
In risposta a questo testo il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez ha definito il rapporto “fuorviante e politicizzato”. Ha ricordato gli “indicatori di giustizia sociale, rispetto e protezione dei diritti umani” della sua popolazione ed ha aggiunto che “Se il governo americano fosse interessato a difendere i diritti umani a Cuba, porrebbe fine al blocco e alle oltre 240 misure emesse da Donald Trump che minacciano il benessere e il sostentamento di 11 milioni di cubani”, riporta La Jornada.
Le speranze che la nuova amministrazione di Joe Biden avesse allentato le sanzioni verso Cuba credo si siano già spente dato che al momento non si vede alcuna luce in fondo al tunnel. Inoltre, come appare evidente, la fermezza nel rispetto dei diritti umani sarà la direzione in cui la politica estera si muoverà.
Spero che gli omicidi extra giudiziali siano stati presi in considerazione nel rapporto anche per la Colombia perché lì davvero questa pratica è consuetudine quotidiana. Infatti nel paese sud americano sono 1154 i leader sociali uccisi dalla firma, nel 2016, degli accordi di pace tra governo e Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane. Visto che il rapporto prende in esame l’anno 2020, in quell’anno sono stati uccisi ben 250 leader sociali, numero massimo registrato dal 2016 in Colombia. Se poi contiamo gli assassinati tra gli ex membri delle Farc il bilancio ad oggi conta 263 morti dalla firma degli accordi di pace.
Ma la Colombia è un paese allineato con le politiche degli Stati Uniti e fa parte come membro aggiunto della Nato quindi presumibilmente gli si può perdonare qualche peccatello necessario.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info