BRASILE: LA SANITA’ SENZA CONTROLLO NEL MEZZO DELLA PANDEMIA
di Alessandro Vigilante
Fra le varie situazioni caotiche che si sommano in tutti i settori dell’attuale realtà brasiliana si distacca quella del ministero della salute.
Il Presidente Jair Bolsonaro ha annunciato più di una settimana fa le dimissioni del suo terzo ministro della salute dall’inizio della pandemia di Covid che in Brasile sta dilagando con la peggiore virulenza di tutti i paesi del pianeta.
Fino ad oggi, ancora non è stato ufficializzato il nuovo incarico previsto per il nuovo prescelto, Marcelo Queiroga. E già appaiono molte criticità rispetto al personaggio.
Il cardiologo era già stato scelto per un incarico alla direzione dell’Agenzia nazionale di salute supplementare e attualmente è socio e amministratore di due cliniche private di cardiologia, situazione incompatibile con l’incarico di ministro secondo le leggi federali brasiliane.
Oltre a ciò, una rivista ha pubblicato la notizia che il suddetto Marcelo Queiroga è sotto processo, incriminato in una azione penale di reato contro il patrimonio pubblico. Negli anni 2000 egli era amministratore dell’Ospedale Prontocor, una clinica privata in cui, insieme ad altri 5 medici è stato denunciato dai PM per non aver versato allo stato i contributi previdenziali scontati dalle buste paga dei dipendenti, per una somma valutata in 15 milioni di reais (circa 2,5 milioni di euro).
Per rincarare le preoccupazioni rispetto a tale personaggio, il quotidiano O Globo ha rivelato che in alcune conversazioni Queiroga ha affermato che una delle sue prime azioni una volta insediato sarà quella di andare personalmente negli ospedali per verificare se le unità di terapia intensiva sono veramente stracolme e se davvero i pazienti stanno morendo di Covid per mancanza di assistenza, come mostrano i rapporti ufficiali delle strutture sanitarie del paese.
In tutto questo caos, gli assessori alla sanità dei vari Stati della federazione denunciano che nel frattempo “non c’è assolutamente nessuno” che attualmente prenda decisioni nel ministero della salute.
Alessandro Vigilante,