UN DOCUMENTO DELLA CIA INCHIODA IL PRINCIPE SAUDITA BIN SALMAN NELLA MORTE DI KHASHOGGI 

Un documento classificato reso noto in queste ore dalla CIA riferisce che il Principe dell’Arabia Saudita Mohammed Bin Salman avrebbe autorizzato il rapimento o l’assassinio del giornalista saudita Jamal Khashoggi avvenuto nel 2018.

Il giornalista dell’Washington Post ed oppositore del regime di Riad è stato ucciso nel 2018 mentre si trovava nel consolato dell’Arabia Saudita ad Istambul in Turchia per ritirare alcuni documenti necessari per contrarre matrimonio. Il corpo di Khashoggi non è stato mai ritrovato e si sospetta che sia stato fatto a pezzi prima di averlo fatto sparire.

Nel documento reso noto in queste ore, redatto dalla CIA nel 2018, vengono chiamate in causa direttamente il Principe Mohammed Bin Salman ed altre 21 persone. Secondo il documento il Principe avrebbe autorizzato la spedizione di morte contro il giornalista dell’Washington Post, chiedendo la sua cattura o l’uccisione se necessario. Giovedì avevamo pubblicato la notizia che i membri della spedizione di morte partiti dall’Arabia Saudita avevano usato un aereo di una compagnia aerea saudita direttamente riconducibile al Principe Mohammed Bin Salman. Questo documento inchioda definitivamente il Principe saudita alle sue responsabilità nella morte e nella sparizione del cadavere di Jamal Khashoggi. 

Appresa la notizia il Ministero degli Esteri saudita ha bollato il documento come non attendibile e le accuse mosse a Mohammed Bin Salman  come false. Nel comunicato rilasciato dal Ministero degli Esteri si può leggere che le accuse al Principe sono false e che non si permette a nessuno di interferire nella giustizia del paese arabo. Il comunicato continua affermando che la giustizia saudita ha condotto tutte le indagini del caso.

L’amministrazione di Biden ha annunciato di aver ristretto la concessione di ingresso al paese nord americano a 36 persone legate al regime saudita. Una misura ridicola se comparata con le numerose sanzione che il paese a stelle e strisce emette con regolarità contro quelle nazioni che secondo loro non rispettano i diritti umani senza per altro addurre prove certe. Gli esempi si sprecano: Venezuela, Cuba, Iran e Siria, solo per citarne quattro. In ogni caso un portavoce del Presidente Joe Biden si è subito affrettato a dichiarare che comunque l’Arabia Saudita resta un partner strategico nella regione. 

Vediamo se l’Unione Europea avrà una volta tanto il coraggio di applicare delle sanzioni contro il regime saudita smarcandosi dalle ridicole sanzioni statunitensi. Il caso Navalny ad esempio per molto meno ha portato sia l’Unione Europea che gli Stati Unti ad applicare sanzioni contro la Russia molto più forti che la ridicola limitazione della concessione dei visti a 36 sauditi.

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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