GLI SCONTRI NELLE CARCERI DELL’ECUADOR PROVOCANO 79 MORTI TRA I DETENUTI
Continuano le rivolte nei carceri dell’Ecuador a due giorni dalle grandi sommosse che hanno visto coinvolte quattro strutture penitenziarie del paese sud americano.
Martedì in quattro carceri ecuadoriani situati nelle città di Cuenca, Latacunga e Guayaquil si sono registrati scontri armati tra i detenuti che hanno al momento causato 79 morti. Nella notte tra mercoledì e giovedì nei carceri di Cotopaxi nella città di Latacunga e nel carcere n.4 di Guayaquil dove il giorno precedente avevano perso la vita 31 carcerati si sono registrati altri scontri.
Secondo alcune fonti gli scontri sarebbero riconducibili a faide tra due bande criminali che si dedicano al narcotraffico internazionale. Gli scontri di martedì tra detenuti sono scoppiati nelle quattro carceri simultaneamente ed hanno lasciato sul campo almeno 79 detenuti mentre quelli scoppiati ieri notte sembrerebbero non aver provocato feriti e morti.
Le violenze nelle strutture carcerarie in Ecuador dopo l’arrivo alla presidenza di Lenin Moreno non sono nuove, solo negli ultimi due anni sono morte a causa degli scontri tra detenuti 33 persone. Il presidente è stato costretto a dichiarare per questo un’emergenza carceraria ma vedendo gli ultimi sviluppi della crisi sembra proprio non aver avuto alcun effetto.
Da parte sua Lenin Moreno ha gettato sulle bande che si dedicano al narcotraffico ed al crimine internazionale la responsabilità degli scontri carcerari di questi ultimi giorni. Ma non tutti la pensano come il presidente. Negli anni della sua presidenza Moreno ha smantellato il Ministero della Giustizia rimpiazzandolo con un ufficio i cui poteri sono limitati. Questa scelta dettata dalle politiche liberiste adottate dalla sua amministrazione che impongono tagli alla spesa pubblica ha di fatto limitato tutti gli interventi per il reinserimento dei detenuti nella vita sociale. E’ stato ridotto il personale carcerario con la conseguenza che la polizia penitenziaria non è sufficiente a garantire la sicurezza nelle carceri.
La cancellazione del Ministero degli Interni ha provocato un aumento generalizzato della violenza e del crimine nel paese sud americano. Negli ultimi anni sono aumentati notevolmente gli omicidi sia causati dall’uso di armi da fuoco che dall’uso di armi bianche.
Il governo attuale si trova oggettivamente nella condizione di non poter controllare ciò che accade nelle sue strutture carcerarie e non è in grado di garantire la sicurezza dei detenuti. All’interno delle carceri comandano i carcerati e non lo stato. I fatti di questi giorni lo dimostrano senza alcun dubbio.
Come detto le sommosse si sono sviluppate nei quattro carceri simultaneamente il che dimostra una grande organizzazione e la presenza di telefoni cellulari tra i detenuti. Gli scontri sono avvenuti con l’uso di armi da fuoco il che pone la semplice domanda di come pistole e armi varie siano potute entrare in un carcere senza che nessuno se ne accorgesse.
Tutto quello che sta accadendo sembra per Lenin Moreno non essere sua responsabilità. Infatti in varie dichiarazioni il presidente ha tirato in ballo il governo precedente guidato da Rafael Correa affermando che le responsabilità di questa e di altre situazioni sia riconducibile alle politiche adottate dal correismo che avrebbero, a suo dire, distrutto il paese. Ad un mese e mezzo dal secondo turno delle elezioni per la presidenza della repubblica Moreno non perde occasione per accusare il correismo e di fatto lancia un chiaro messaggio alla destra che si contende il governo contro Arrauz.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info