CONTINUANO LE PROTESTE IN CILE E LE REPRESSIONI DEI CARABINEROS CONTRO I MANIFESTANTI
Le repressioni delle manifestazioni di protesta in Cile non si fermano: durante le ultime proteste vari manifestanti sono stati feriti dai carabineros cileni tra cui una giovane professoressa che è stata colpita ad un occhio.
Durante le ultime manifestazioni svoltesi come ogni venerdì in Piazza della Dignità a Santiago del Cile per chiedere la liberazione delle persone detenute nelle carceri cilene dopo lo scoppio delle proteste dell’ottobre 2019 i carabineros, come d’abitudine, hanno attaccato i manifestanti con la consueta durezza.
I carabineros si sono accaniti contro i manifestanti usando bombe lacrimogene e camion dotati di idranti. Hanno colpito duramente i civili che manifestavano pacificamente con i loro manganelli non risparmiando neppure le persone cadute a terra dopo le cariche per disperdere i manifestanti.
Come di consueto le forze dell’ordine hanno sparato ad altezza d’uomo pallini di piombo che hanno causato un trauma oculare ad una giovane professoressa di filosofia che stava manifestando. Uno degli episodi più gravi è stato quello in cui un camion dotato di idrante ha accelerato dirigendosi contro un gruppo di persone che stazionava nella piazza: l’irresponsabile azione ha ferito un manifestante.
Le manifestazioni di protesta contro il governo di Sebastian Pinera sono iniziate nell’ottobre del 2019 dopo che il governo aveva deciso di aumentare il prezzo del biglietto della metropolitana. Questo aumento ha fatto traboccare il bicchiere colmo fino all’orlo ed in migliaia si sono riversati nelle piazze di tutto il paese per protestare contro le misure economiche che hanno reso la popolazione sempre più povera. Durante le manifestazioni che non si sono mai fermate in migliaia sono stati arrestati ed ancora restano nelle carceri cilene. Migliaia inoltre sono state le persone ferite tra cui alcune centinaia hanno perso la vista, in parte o totalmente, a causa degli spari di pallini di piombo agli occhi da parte dei carabineros. Numerose sono inoltre le denunce di violenza sessuale sia ai danni di donne che di uomini subite durante le carcerazioni.
Proteste che però non hanno avuto un grande eco nei mezzi di informazione di massa internazionali come del resto accade quando le manifestazioni sono realizzate per dissentire dalle politiche portate avanti dai governi che appoggiano alla lettera il liberismo o sono fedeli cagnolini degli Stati Uniti come il governo di Sebastian Pinera. Anche questo è un plateale caso di uso della politica dei doppi standard di gran voga nel terzo millennio e dell’uso delle violazioni dei diritti umani solo quando conviene.
Nonostante le ripetute denunce dell’Alto Commissariato dei Diritti Umani per l’eccessivo uso della forza da parte delle forze dell’ordine e per le carcerazioni arbitrarie nessuna risoluzione dell’Organizzazione delle Nazione Unite ha censurato tale violazione dei diritti umani. Per conseguenza nessuna sanzione è stata applicata dall’ONU al Cile, neppure gli Stati Uniti sempre pronti ad applicare sanzioni ai governi in modo unilaterale hanno emesso ordini esecutivi sanzionatori contro il governo di Sebastian Pinera. Evidentemente le repressioni delle manifestazioni in Cile non hanno lo stesso peso di quelle in Bielorussia, Russia o ad Hong Kong.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info