CUBA: GLI ATTACCHI SONICI SOLO UN PRETESTO PER DIFFAMARE L’ISOLA
Per L’uscente amministrazione statunitense di Donald Trump, come del resto era successo anche in precedenza, l’argomento Cuba è stato un sassolino nella scarpa che però non è riuscita a togliersi.
La presidenza Trump si è caratterizzata per una vera e propria ossessione verso l’isola caraibica al punto che in quattro anni la sua amministrazione ha emesso oltre 240 provvedimenti contro Cuba. Tra le varie azioni intraprese non bisogna dimenticare quella che sicuramente può essere definita la più fantasiosa ovvero il presunto attacco sonico compiuto da non si sa chi verso i diplomatici della ambasciata degli Stati Uniti a L’Avana.
Nel febbraio 2017 alcuni funzionari della rappresentanza diplomatica statunitense hanno denunciato alcuni disturbi come mal di testa, vertigini e problemi auditivi che subito furono ricondotti, secondo quanto affermato dall’amministrazione Trump, ad attacchi sonici.
L’11 febbraio di questo anno è stato reso noto dal Dipartimento di Stato con sede in Washington un documento classificato redatto nel 2018 sui supposti attacchi sonici subiti dal personale dell’ambasciata statunitense a Cuba. In questo documento si legge che le cause di tale incidente sono sconosciute e che “non conosciamo il motivo di questo incidente, quando realmente iniziò e chi lo abbia realizzato”.
Fin dai primi giorni dalla denuncia il governo cubano ha dichiarato di non essere a conoscenza di tali fatti e di non essere in alcun modo coinvolto ma l’amministrazione statunitense ha continuato con le accuse. Accuse che hanno portato poi al ritiro di parte dei diplomatici dalla rappresentanza degli Stati Uniti a L’Avana con la conseguenza paralisi di tutte le attività consolari. Le indagini condotte sia dai medici cubani che dai medici statunitensi in patria non hanno confermato le accuse di coinvolgimento dello stato cubano nei presunti attacchi sonici.
Nonostante il documento reso noto in questi giorni, come detto redatto nel 2018, non chiarisca affatto le cause di questi fantomatici attacchi sonici l’allora presidente Donald Trump in varie occasioni ha continuato a sostenere che era sicuro che Cuba era la colpevole dei malanni denunciati dal personale diplomatico senza però fornire alcuna prova. Adesso possiamo certamente affermare che tutto questo era la scusa giusta per chiudere l’ambasciata statunitense a Cuba ed imporre al governo cubano di ridurre la sua rappresentanza a Washington rendendo di fatto le attività nelle due sedi diplomatiche paralizzate.
Parallelamente alla riduzione del personale dell’ambasciata a L’Avana è iniziata una campagna mediatica contro l’isola accusata di non essere un luogo sicuro per i turisti statunitensi che in quegli anni visitavano numerosi l’isola.
I presunti attacchi sonici sono stati inoltre il pretesto per iniziare una vera e propria campagna diffamatoria verso l’isola nonostante mai siano state accertate le responsabilità dello stato cubano in questi fantomatici atti. Gli Stati Uniti hanno quindi accusato Cuba di non garantire l’incolumità dei rappresentanti diplomatici presenti sul suo territorio come previsto dalla Convenzione di Vienna che regola i rapporti diplomatici tra le nazioni. In nessun momento i diplomatici presenti sul suolo cubano sono stati attaccati o minacciati ma la continua campagna mediatica denigratoria nei confronti di Cuba ha portato anche altri paesi sodali con gli Stati Uniti a ridurre le proprie rappresentanze diplomatiche.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info