… UNO DI NOI … DRAGHI UNO DI NOI …
Adesso ci manca solo che tutti i parlamentari intonino il coro da stadio “… uno di noi … Draghi uno di noi … uno di noi … Draghi uno di noi …”. Sembra proprio che davvero ci manchi solo il coro da stadio per incoronare Mario Draghi a nuovo salvatore della patria dopo che prima tutti lo avessero stigmatizzato.
Un anno fa avevo scritto in un articolo che tra le varie opzioni di governo c’era quella Draghi. si citando una notizia apparsa su Sputnik. Non lo avessi mai fatto,: si aprirono le porte del cielo. Una miriade di commenti scandalizzati da parte dei puristi e rivoluzionari grillini inondarono il mio articolo, arrivarono perfino smentite da parte di illustri parlamentari inorriditi solo dal fatto che si nominasse o si associasse il nome di Mario Draghi ad un possibile governo che potesse sostituire l’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Oggi leggo le dichiarazioni di Beppe Grillo che riferendosi a Mario Draghi afferma che “io mi aspettavo il banchiere di Dio invece è un grillino”. Dichiarazioni che lasciano di stucco. I casi sono due: o Mario Draghi è davvero un rivoluzionario grillino che non aspetta altro che entrare in Parlamento per aprirlo come una scatola di tonno dato che gli eletti nel Movimento 5 Stelle, nei mesi trascorsi sui banchi del Parlamento, non hanno trovato neppure l’apriscatole oppure il movimento capeggiato da Beppe Grillo è più vicino alle posizioni dell’ex Presidente della Banca Centrale Europea di quanto ci abbiano fatto credere fino ad ora.
Beppe grillo continua poi affermando che Draghi gli avrebbe chiesto di volersi iscrivere al movimento e che Durante l’incontro con i 5 Stelle, si sarebbe complimentato con il M5S perché ha “cambiato la politica in questo Paese. Mi sembra che il Movimento 5 Stelle più che cambiare la politica dell’Italia abbia cambiato opinione su tutto quanto precedentemente detto.
Ma Draghi non ha fatto solo abiurare i 5 Stelle. Anche il sovranista Matteo Salvini sembra essere stato folgorato sulla strada di Palazzo Chigi. Infatti il castigatore di Pontida non ha solo dichiarato di voler far parte del nuovo governo senza apparenti condizioni ma ha perfino esortato i suoi Europarlamentari a votare il tanto famigerato recovery plan. Il fronte sovranista europeo si spacca con la Lega che, su precisa indicazione del suo leader Matteo Salvini, vota a favore del Recovery Plan assieme a PD, M5S, Forza Italia e Italia Viva. Una svolta inimmaginabile in prospettiva della “nuova fase” che si aprirà con il governo Draghi.
“La Lega ha “preso atto dell’impegno che non ci sarà alcun aumento della pressione fiscale, che la stagione dell’austerity è finalmente archiviata e che si ridiscuteranno i vecchi parametri lacrime e sangue”, dichiarano gli europarlamentari leghisti Marco Zanni e Marco Campomenosi, spiegando le ragioni del voto.
Questi i miracoli di Mario Draghi: tutti assieme appassionatamente ovvero l’armata Brancaleone, citando due famosi film.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info