ISRAELE SI OPPONE FERMAMENTE ALL’ACCORDO SUL NUCLEARE IRANIANO
Israele si oppone al Piano di Azione Congiunto Globale (PACG) un accordo che considera inaccettabile sia a livello strategico che operativo. Lo ha dichiarato il Capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) ad una conferenza tenuta all’Istituto israeliano per gli studi sulla sicurezza nazionale.
“Se l’accordo nucleare del 2015 venisse approvato, l’Iran alla fine sarebbe in grado di procedere verso l’ottenimento di una bomba nucleare, perché quell’accordo non includeva restrizioni che potrebbero alla fine impedirlo. Tutto ciò che assomiglia all’attuale accordo o ad una versione migliorata di esso è male e non dovrebbe essere consentito”, ha detto Kohavi.
Il generale israeliano ha affermato di aver ordinato misure operative per impedire qualsiasi accordo del genere, sostenendo che “il ritorno all’accordo del 2015 o anche una sua versione migliorata sarebbe un cattivo affare dal punto di vista operativo e strategico”.
Il PACG è stato firmato nel 2015 da Iran, Cina, Francia, Germania, Russia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Europea, stabilendo la rimozione delle sanzioni internazionali da Teheran in cambio del ridimensionamento del suo programma nucleare. Israele non rientra fra i Paesi firmatari dell’accordo.
Nel 2018 l’ex presidente Donald Trump ha ordinato il ritiro degli Stati Uniti dal patto, ripristinando unilateralmente le sanzioni contro l’Iran. Teheran ha risposto abbandonando gradualmente i propri impegni.
Con il cambio alla Casa Bianca, il nuovo segretario di Stato Anthony Blinken ha annunciato l’impegno degli Stati Uniti per riconformarsi all’accordo nucleare iraniano, chiedendo però un piano più ampio relativo al programma missilistico. Il ministro degli Esteri Javad Zafir a questo proposito ha fatto sapere che Teheran si oppone a qualsiasi revisione del PACG e chiede la rimozione delle sanzioni imposte unilateralmente da Trump.