ALLA FACCIA DELLA PRIVACY: IL PENTAGONO ACQUISTA DATABASE CON DATI DI GEOLOCALIZZAZIONE DI MILIONI DI PERSONE
L’agenzia di intelligence del Pentagono ha acquistato database disponibili in commercio con informazioni sulla posizione e sui movimenti di americani e stranieri per diversi anni senza ricevere l’autorizzazione del tribunale, scrive il New York Times con riferimento ad una nota inviata in risposta ad una richiesta del senatore Ron Wyden.
Secondo il documento finito a disposizione del New York Times, i collaboratori dell’intelligence del Pentagono, nell’ambito di cinque indagini negli ultimi due anni e mezzo, hanno tracciato i movimenti degli americani utilizzando un database acquistato, dove si archiviano le informazioni provenienti da app su smartphone.
Secondo il NYT, mostra una falla nella legge americana:
mentre le autorità sono obbligate a richiedere l’autorizzazione di un giudice per costringere le compagnie telefoniche a rilasciare le informazioni sulla posizione dei loro clienti, il governo può invece acquistare materiali simili da intermediari bypassando questa prassi.
In precedenza i media avevano riferito che le autorità statunitensi a volte utilizzano tali informazioni per applicare la legge “nel Paese”, ad esempio nelle indagini sull’immigrazione.
“È anche noto che a volte i militari utilizzano i dati sulla posizione per scopi di intelligence”, evidenzia il New York Times.
La pubblicazione rileva che l’intelligence “sembra acquistare e utilizzare principalmente i dati sulla localizzazione per indagare gli stranieri all’estero” con l’obiettivo di rilevare minacce alle truppe statunitensi dislocate in tutto il mondo.
Gli intermediari di informazioni da cui l’intelligence acquista le informazioni di localizzazione “non separano gli americani e gli utenti stranieri”: filtra le informazioni e le separa in uno speciale database situato negli Stati Uniti la stessa intelligence del Pentagono, osserva il giornale.
Quindi, per ottenere l’accesso al database con le informazioni sugli americani, gli analisti devono richiedere un permesso speciale, che è stato rilasciato cinque volte negli ultimi due anni e mezzo, scrive il New York Times.
Il senatore democratico Wyden intende introdurre una legge per proteggere i dati sulla localizzazione degli americani. Ha descritto la pratica come una violazione dei diritti costituzionali alla privacy.
Il NYT non chiarisce le informazioni sui cittadini di quali Paesi al di fuori degli Stati Uniti l’intelligence riceve dati di localizzazione in questo modo.