L’INDIGNAZIONE PER LE PAROLE DI LETIZIA MORATTI SUI VACCINI AI LOMBARDI
di Rodrigo Andrea Rivas
Leggo nel web della giusta e vibrante indignazione legata alla richiesta della sciura Moratti, vicepresidente della Lombardia che, col tipico piglio diffuso tra i padroni di ogni latitudine, ha chiesto (chiesto?) che il vaccino venga distribuito tra le regioni italiane in base al loro PIL.
“Prima i ricchi” perché, per la razza padrona, un lombardo vale ben più di un calabrese o di un abruzzese.
Peccato che calabresi e abruzzesi lo dimentichino spesso.
Secondo l’OMS, a livello globale 10 Stati si sono accaparrati, fino al 2022 (per ora), il 95 per cento della produzione dei vaccini “occidentali”, i soli che esistono per i media.
Il Canada, ad esempio, ne ha acquistato un numero sufficiente per vaccinare tutti i suoi abitanti cinque volte.
Presumo che a Montreal ne siano felici. Non so se lo siano pure gli Inuit.
L’Italia fa parte di questi 10 Paesi.
Nel giugno-luglio 2020, il ministro Speranza aveva cantato le lodi del vaccino dell”Astra-Zeneca che l’Italia ha prefinanziato insieme a Francia, Germania e Inghilterra.
Purtroppo, malgrado Oxford quel vaccino è in grave ritardo.
Il ministro Speranza aveva testé garantito che italiani ed europei sarebbero stati vaccinati adeguatamente.
E aveva precisato che la campagna vaccinale italiana avrebbe escluso gli irregolari presenti sul territorio.
Irregolari che, secondo le stime della Caritas, s’aggirano attorno ai 5 milioni di persone, oltre l’8% della popolazione complessiva.
Scrissi allora che le dichiarazioni del ministro di Liberi e Uguali (LEU) costituivano una forma esplicita di “internazionalismo proprietario” che, oltre ad essere poco intelligente come ogni forma di razzismo,era destinata a creare una forma di apartheid globale, tra vaccinati e non, tra indigeni e clandestini che, pur senza permesso di soggiorno sarebbero stati ovviamente in grado di diffondere il virus (vedere “Internazionalismo proletario I e II” sul mio blog).
In Italia, almeno a mia conoscenza, non ci fu allora nessuna protesta significativa.
Non ci furono neppure a sinistra che, una volta, si autodefiniva internazionalista.
Invece, ora che la Sig.a Moratti intende ridurre ulteriormente il perimetro dei ricchi, le proteste fioccano.
Lo trovo totalmente giusto, ma non so dire se ciò accadda per una curiosa forma di neointernazionalismo o per un’altrettanto curiosa riedizione del “socialismo in un solo Paese” aggiornata in “vaccinati per reddito”.
Nel frattempo, del tutto conseguentemente, il fondo creato dall’OMS per finanziare l’acquisto dei vaccini destinati ai Paesi impoveriti, languisce il perenne sogno delle idee giuste e soltanto la Cina ha dato un contributo significativo.
Conclusioni provvisorie:
a) Oltre ad un possibile viaggetto negli USA e nel Canada, per gli europei (vaccinati), le colonne d’Ercole si propongono ancora una volta come limite invalicabile. Sarà una nuova generazione Ulisse?
b) dopo Gibilterra si riapre il mondo delle tenebre. Terrapiattisti e simili se la godono.
c) l’internazionalismo proprietario andava bene, il
provincialismo lombardo meno.
Forse, direbbe Totò, scarseggiano gli uomini di mondo formati dal servizio militare a Cuneo.
d) poiché altri vaccini esistono, cinese, russo, forse indiano, cubano … il Sud globale È e SARÀ costretto a rivolgersi a questi Paesi.
Per qualcuno, purtroppo Rousseau e Marx avevano altre origini.
Aggiungo sommessamente che le questioni perimetrali si dimostrano parenti stretti della marginalità.