LA CINA SBARCA SULLA LUNA
Un veicolo spaziale è atterrato sulla Luna. Si tratta di un lander robotizzato inviato nel contesto della missione spaziale cinese “Chang’e 5”.
La dea cinese della Luna si chiama, appunto, “Chang’e”.
Si tratta di un evento storico per la Cina. L’ultimo veicolo spaziale inviato sulla Luna, che aveva portato indietro rocce lunari, era di nazionalità russa e risale al 1976. Prima di quella data solo gli americani erano atterrati più volte sul suolo lunare.
La missione spaziale cinese ha avuto inizio nella base di Wenchang, nell’isola di Hainan, il 23 novembre scorso, quando il razzo “Lunga Marcia 5” ha portato in orbita la navicella con il lander “Chang’e 5”.
L’allunaggio è avvenuto nel pomeriggio del 2 dicembre. Il lander ha dispiegato i pannelli solari e le antenne ed ha avviato la sua missione.
Il suo compito è quello di scavare fino alla profondità di due metri per prelevare almeno due chilogrammi di suolo lunare.
Una volta ultimata la sua missione, il “Chang’e 5” lascerà il suolo lunare per riagganciarsi al modulo orbitale: il rientro sulla Terra è previsto entro il 17 dicembre.
Obiettivo del programma è quello di studiare frammenti di roccia che hanno 1,2 miliardi di anni e che possono fornire informazioni sull’evoluzione geologica della Luna e sulle attività solari.
L’analisi dei campioni lunari potrebbe offrire indicazioni su come ricavare acqua e ossigeno dal suolo lunare per alimentare una futura stazione spaziale. Gli scienziati cinesi sperano anche di trovare materiale utile per alimentare reattori a fusione nucleare.
I rappresentanti dell’Agenzia spaziale europea (ESA), dell’Agenzia spaziale russa (Roscomos) e di quella statunitense (NASA) si sono prontamente congratulati con l’Agenzia spaziale cinese (CNSA) per il successo della missione.
Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, ha ringraziato per le congratulazioni ed ha affermato che «questa missione rappresenta un momento storico per la Cina nell’esplorazione dello spazio e un’occasione per il mondo al fine di approfondire la cooperazione sui risultati delle missioni spaziali».
«La Cina – ha sottolineato Hua Chunying – si è impegnata in una cooperazione pacifica con il mondo sull’esplorazione dello spazio. Tenendo la mente aperta, condivideremo i nostri risultati con gli altri Paesi».
Queste dichiarazioni sono importanti perché confermano l’impegno della Cina di allargare e sviluppare la cooperazione economica, commerciale, civile, religiosa, culturale e sociale con il resto del mondo.
È vero che l’ultima amministrazione USA ha cercato di promuovere una nuova guerra fredda per isolare la Cina, ma è anche vero che, da gennaio, gli Stati Uniti saranno guidati da un nuovo presidente e che l’Europa, il Vaticano e gran parte dei Paesi asiatici, hanno fatto passi avanti per stabilire con la Cina accordi di collaborazione pacifica.
Il Governo cinese sta cercando di evitare il conflitto ideologico e commerciale proponendo una cooperazione sul piano tecnologico ed economico. Può esservi competizione a livello scientifico, ma finalizzata alla cooperazione e non al conflitto.
In questo contesto, si registrano sviluppi interessanti nelle relazioni tra l’Europa e la Cina.
Nonostante la pandemia da coronavirus e le conseguenti difficoltà economiche, le relazioni commerciali della Cina con la Germania e con l’Unione Europea sono cresciute considerevolmente.
Nel secondo trimestre del 2020 la Cina è diventata, per la prima volta, il più grande mercato di esportazione della Germania, avendo importato merci tedesche per un valore di quasi 23 miliardi di euro.
Nei primi sette mesi di quest’anno 245 aziende tedesche (tra cui la casa automobilistica BMW e il gigante chimico BASF) sono entrate nel mercato cinese effettuando investimenti crescenti.
Il “Berlin Pulse”, una pubblicazione di politica estera della Fondazione Körber, ha svolto un sondaggio dal quale è risultato che l’82% degli intervistati sarebbe favorevole a mantenere una posizione neutrale della Germania nel caso di una guerra fredda tra gli Stati Uniti e la Cina.
Inoltre, per la prima volta, la Cina è diventata anche il principale partner commerciale dell’Unione Europea. Nonostante i problemi provocati dal coronavirus, gli scambi commerciali sono cresciuti del 2,6% ed hanno raggiunto la cifra di 328,7 miliardi di euro.
Ancora più rilevante l’accordo “Regional Comprehensive Economic Partnership” (Rcep) che la Cina ha concluso con 15 Paesi dell’Area del Pacifico: Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia, Vietnam.
L’accordo ha come punto forte l’abbattimento dei dazi doganali che potrebbero ridursi del 92% e, in alcuni casi, potrebbero essere eliminati del tutto.
Si tratta di un’alleanza commerciale del valore di 26.200 miliardi che riguarda una popolazione di 2,2 miliardi di persone, cioè quasi un terzo della popolazione mondiale.
Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org