L’AMERICA E’ TORNATA PRONTA A GUIDARE IL MONDO
Recentemente il nuovo presidente statunitense Joe Biden durante una conferenza stampa ha dichiarato che “L’America è tornata, pronta a guidare il mondo”. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Il vizio che gli statunitensi e non gli americani, come amano definirsi i cittadini degli Stati Uniti confondendo che il continente americano inizia dal Canada e termina alla Terra del Fuoco, si chiama eccezionalismo.
La supremazia che gli Stati Uniti si sentono, in ogni luogo ed in ogni tempo, di manifestare verso tutti gli altri paesi del mondo nasce molti anni fa, si i può spiegare nell’eccezionalismo e nella conseguente costruzione delle nazioni.
Secondo la definizione dell’enciclopedia on line Treccani l’eccezionalismo è “La convinzione di essere investiti di un ruolo e di una missione ritenuti eccezionali e straordinari”. Daniel Bell quando parla dell’eccezionalismo americano lo definisce come “la persuasione, radicata nella storia e nella cultura americana, di essere il nuovo paese portatore della nuova cultura”. Bill Clinton affermò in un discorso nel 1997, durante il suo secondo mandato, che “l’America ha una missione e un destino speciale, è il luogo dove avvengono trionfi speciali e se vengono commessi errori come, la schiavitù o l’emarginazione delle donne questi vengono poi corretti dal genio americano”.
Juan Carlos Zambraba nel libro “Destruccion-Naciones” spiega così le origini dell’eccezionalismo statunitense. Con l’eccezionalismo, scrive, gli Stati Uniti si considerano il popolo scelto da Dio per guidare gli altri popoli del mondo.
Il concetto dell’eccezionalismo statunitense si appoggia sulla metafora politico religiosa che gli Stati Uniti sono il popolo illuminato sulla cima della montagna e funziona come guida per gli altri popoli che sono nell’oscurità. Questa convinzione nacque con la formazione della comunità puritana nella baia del Massachusetts nel 1630. John Winthrop, suo primo Governatore, era un ricco e puritano avvocato londinese che aveva avuto la concessione della terra e l’autorizzazione al suo governo dal re britannico. Nell’aprile del 1630 partì al comando di 11 navi alla volta del nuovo mondo. Durante il viaggio scrisse e pronunciò il sermone che intitolò “Modello di carità cristiana” con il quale stabilì una sorta di devozione assoluta a Dio della nuova comunità che andava a fondare. Nel sermone si affermava che “Dio è potente e nella sua saggia provvidenza ha disposto così la condizione dell’umanità: come in ogni tempo qualcuno deve essere ricco, altri poveri, qualcuno grande e potente altri umili”. Nella prima parte del sermone John Winthrop affermava che entrambe le categorie, i ricchi ed i poveri, erano nelle grazie di Dio. I ricchi avevano il compito di amministrare i beni che Dio gli aveva concesso, i poveri avevano invece il compito di partecipare allo sviluppo della comunità con il lavoro, a questi ultimi Dio avrebbe riservato un posto speciale nel regno dei cieli. L’avvocato, pastore, governatore e capitalista londinese aveva disegnato una società dove i ricchi detenevano il comando e le ricchezze ed i poveri lavoravano senza ribellarsi a qualunque sopruso fossero stati sottomessi in nome di Dio. Poi annunciò che avrebbe fondato la colonia benedetta da Dio e la rappresentò come la città illuminata in cima alla montagna.
Nelle colonie della nuova Inghilterra l’associazione diretta tra l’azione del governo che difendeva l’interesse del capitale e la volontà di Dio è stata presente fin dal principio. Fu fondamentale per giustificare i massacri delle popolazioni locali che abitavano nella regione, dello sfruttamento delle terre e per l’uso degli schiavi come semplice fattore produttivo. Anni dopo questo popolo che si considerava illuminato da Dio iniziò la sua espansione a danno delle popolazioni originarie commettendo massacri in nome di Dio e rifacendosi alle narrazioni presenti nelle scritture bibliche per la loro giustificazione.
Non significa però che la religione fosse la padrona del potere, ma che il capitale corporativo, nella sua logica di espansione, usò le convinzioni religiose per sottomettere le popolazioni indigene, convincendo i coloni che stavano agendo sotto la benedizione ed il controllo di Dio. Per questa oligarchia capitalista fu piuttosto facile approfittare della poca cultura dei nuovi coloni per i suoi interessi economici.
Nulla cambiò dopo l’indipendenza dall’Inghilterra con la nascita degli Stati Uniti. L’espansione verso ovest con l’incorporazione di nuovi territori e il continuo massacro delle popolazioni originarie continuò ancora in nome di quella supposta superiorità che oramai era nel sangue degli statunitensi.
La costruzione delle nazioni invece è quella prerogativa che gli Stati Uniti si sono dati per interferire nelle politiche delle altre nazioni nella logica più imperialista del termine. Un diritto che fa parte dell’idea eccezionalistica della politica nordamericana. Tanto per spiegare il concetto bisogna ricordare le molte volte che il Presidente Obama, nella sua campagna elettorale del 2012, ha usato questa espressione per definire le guerre in Afganistan e Iraq. Ha affermato in più occasioni che negli ultimi anni abbiamo fatto esperimenti per costruire nazioni in Afganistan ed Iraq, affermazione che nasconde l’uso della giusta parola: guerra. La costruzione delle nazione passa evidentemente attraverso i conflitti armati se il paese non accetta di farsi costruire secondo i dettami statunitensi . Esperimenti che alla luce dei risultati ottenuti non sono riusciti nel migliore dei modi, soprattutto per i migliaia di civili caduti sul campo.
Sono passati quasi 400 anni da quando John Winthrop, con 11 navi piene di persone che cercavano fortuna nel nuovo mondo, sbarcò sulle coste americane per fondare la nuova Inghilterra, ma l’eccezionalismo non ha affatto abbandonato la visione politica delle amministrazioni statunitensi. Anzi, mi sento di affermare, che negli ultimi anni è senz’altro aumentato. Dopo il crollo del muro di Berlino, dopo l’11 settembre, dopo la crisi economica del 2008 e in piena pandemia la convinzioni degli Stati Uniti di essere il popolo illuminato sulla cima della montagna che può riportare le altre nazioni a vedere la luce assume maggiore importanza.
Il nuovo ordine economico mondiale nato dopo il crollo del muro di Berlino, nel 1989, è l’espressione più avanzata dell’eccezionalismo e della costruzione delle nazioni, termini che possono essere sintetizzati in un unico concetto ovvero imperialismo economico.