IN ETIOPIA UN UOMO SPARA DENTRO UN AUTOBUS ALMENO 34 MORTI.
La Commissione per i diritti umani dell’Etiopia (EHRC) ha riferito che lameno 34 persone sono rimaste uccise in un “raccapricciante” attacco avvenuto su un autobus passeggeri nella zona ovest del Paese.
Secondo le prime informazioni, ieri uno sconosciuto avrebbe aperto il fuoco a bordo di un autobus che da Wonbera avrebbe dovuto portare i passeggeri a Chagni, nella regione di Benishangul-Gumuz.
Non è chiaro al momento quali fossero le motivazioni che hanno spinto l’autore del folle gesto a compiere questo efferato massacro, né se esso sia connesso alle tensioni che in questi giorni sono scoppiate nel Nord del Paese.
Le operazioni del governo etiope nel Tigré
La scorsa settimana il governo centrale etiope ha accusato il Fronte di Liberazione del Tigrè, il partito al governo nella omonima regione, di aver lanciato un attacco contro una base militare federale, un’accusa negata dal partito.
In seguito l’esecutivo ha annunciato lo stato di emergenza per il Tigré per un periodo della durata di 6 mesi, avviando un’operazione militare atta a ripristinare “l’ordine costituzionale”, denunciando peraltro l’organizzazione di elezioni illegittime da parte del Fronte di Liberazione.
La questione umanitaria
Nella regione a preoccupare è poi la situazione umanitaria: sono almeno 25.000 gli etiopi che hanno attraversato il confine occidentale con il vicino Sudan, come riferito quest’oggi dall’agenzia di stampa sudanese Suna.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha avvertito che questo numero è destinato a salire e ha esortato i paesi vicini a mantenere i loro confini aperti.
L’agenzia delle Nazioni Unite ha anche espresso preoccupazione per gli oltre 96.000 eritrei che vivono in quattro campi profughi nella regione, così come per gli operatori umanitari sul campo. “Le strade sono bloccate, l’elettricità, i telefoni e Internet non funzionano, il che rende la comunicazione quasi impossibile. C’è una carenza di carburante, i servizi bancari sono stati interrotti, il che ha portato a una carenza di denaro”, ha detto l’UNHCR.